Nelle scorse settimane siamo riusciti a metterci in contatto con Claudio Brachino, direttore della testata Videonews, nonché conduttore del contenitore mattutino di Canale 5 Mattino Cinque, che guida con successo assieme alla simpatica Barbara D'Urso da oramai circa un anno. Il direttore si è gentilmente detto favorevole al dedicarci un po' del suo prezioso tempo, accettando di rispondere alla nostre domande.
1. Per il nuovo anno sono stati annunciati cambiamenti per il pomeriggio, come l'introduzione del pubblico in studio. Si è poi anche detto che la seconda parte della trasmissione sarà tutta incentrata sul reality di punta della primavera della rete, ovvero Grande Fratello, in arrivo lunedì 12. Cos'altro ci può anticipare in merito? Non teme un crollo degli ascolti?
No, non temo affatto un crollo degli ascolti anche se, dopo la confusione iniziale, ora Pomeriggio5 cominciava ad avere una sua fisionomia editoriale. Una prima parte composta da due segmenti , un magazine da sfogliare e un caso che potesse anche affrontare forti elementi di attualità. Poi una seconda parte piu' legata ai temi dello spettacolo puro, secondo il criterio dell' one-man-show. In questo caso il "man" è in realtà una donna e avremmo potuto chiamare la seconda parte di Pomeriggio5 : Barbara D'Urso show.
E' ovvio che ogni cambiamento è un rischio per il pubblico, ma è anche giusto sottolineare che quello spazio la sera è storicamente del Grande Fratello. Già al mattino abbiamo dimostrato che si puo' dare spazio a un reality, trasformandolo in un momento creativo del programma e non in una striscia mandata in onda passivamente.
2. Mattino Cinque procede, invece, a gonfie vele e senza problemi, tant'è vero che, diversamente da quella del pomeriggio, la sua formula resterà completamente invariata per questa seconda parte della stagione. Da cosa pensa sia dettato il suo crescente successo?
Non so quanto fortunatamente, e non so quanto grazie a un mix di professionalità che vengono dal Tg e dal mondo dello spettacolo, Mattino5 in meno di un anno è diventato un format. Ovvero, al di là dei contenuti , che pure ci sono, e sono giornalisticamente rilevanti, quello che piace alla gente è un'idea narrativa di fondo: un mix tra approfondimento delle notizie che appassionano gli italiani e divertimento con un uso delle immagini assolutamente innovativo nel genere delle morning news. Speriamo che questa volta duri almeno dieci anni al di là dei conduttori.
3. Oltre che portare avanti queste due produzioni, e le altre che Videonews produce, quali Verissimo, Tempi moderni, Top secret, ecc. ce ne sono in programma delle nuove?
In questo momento la mia struttura, composta da 50 giornalisti, è al massimo dello sforzo produttivo. Ricordo che solo Mattino e Pomeriggio5 rappresentano 4 ore in diretta ogni giorno su una rete importante come Canale5, con grandi responsabilità etiche ed estetiche. Io e la mia squadra ci vantiamo di fare programmi dignitosi con mezzi minimi. Questa è una formula che si può esportare in tempi di crisi, anche televisivi. Quindi progetti precisi al momento non ce ne sono, ma penso che questo modello di tv darà presto altri frutti. Sicuramente a una struttura che si è espansa in modo vertiginoso, bisognerà ora far recuperare il tempo della riflessione e dell'inchiesta.
4. La sua carriera in Mediaset, o meglio in Fininvest, inizia a fine anni Ottanta. Che ricordi ha di quegli anni, di quelli trascorsi al Tg4, dunque a Studio Aperto?
"Studio Aperto" sulla guerra del Golfo è la mamma di tutta l'avventura giornalistica di quest'azienda. Anche il grande Mentana è venuto dopo. Lì si sono formate le storie, gli uomini, le carriere. Il ricordo è quello di una stagione straordinaria che non si potrà ripetere mai piu'.
5. Dell'esperienza a Videonews, invece, cosa ci dice?
Io sono stato assunto nel 1988 appunto da Videonews, che allora era l'unica testata giornalistica dell'azienda , poi sono nati i telegiornali. Il destino ha voluto che di questa testata, vent'anni dopo, io ne sia diventato direttore. Dentro questo cerchio c'è stata la lunga e per me determinante avventura nel tg piu' difficile di Mediaset, quello dedicato al pubblico piu' sfuggente, i giovani, stiamo parlando di Studio Aperto. A Studio Aperto, sia con Liguori che con Giordano, abbiamo inventato, per esempio, orari che oggi sembrano realtà acquisite, e una serie di grandi settimanali. Proprio quest'ultima esperienza mi ha permesso di fare di Videonews quella che ho definito una fattoria corsara, cioè una struttura agile che fa programmi contaminandosi con le reti, con gli autori, con le star, senza mai perdere la sua identità deontologica. Un'avventura decisamente entusiasmante.
6. Ci illustri una sua giornata tipo.
Mi alzo alle 5,30 e torno a casa alle 20. Dopo Mattino5 faccio le riunioni e sbrigo le pratiche della vita di un direttore. Dopo Pomeriggio5 vado a prendere mio figlio all'asilo aziendale come linea difensiva contro l'eccesso di lavoro. Anche se due ore di telefonate con i miei collaboratori una volta arrivato a casa non me le leva nessuno. Un breve spazio per i miei e poi all'alba si ricomincia.
7. In tv, per quel poco tempo libero che ha, quali programmi riesce a seguire solitamente?
I tg, i programmi di approfondimento (anche quelli che non condivido politicamente), a frammenti film e programmi comici.
8. Che opinione ha della televisione italiana?
Tutto sommato buona, nel senso che in Europa siamo messi abbastanza bene. Se da un lato vorrei dunque respingere la nostra consueta tendenza provincial-masochistica, dall'altro devo dire che mancano coraggio e volontà di sperimentazione.
9. Quando smette i panni di direttore chi è Claudio Brachino?
Una persona assolutamente simile a quello che era prima di fare tv. Una persona semplice che sta con la sua famiglia, che ama leggere, che ama la vita e che se ne frega dei riti dei vip.
10. Qual è il suo più grande sogno o desiderio in campo lavorativo?
Sicuramente dirigere un Tg e poi realizzare un talk politico di prima serata. Poi penso che potrei andare anche in pensione, anche se a 50 anni sarebbe un delitto smettere di desiderare e di lavorare.
11. I suoi buoni propositi per il 2009?
Il proposito piu' buono è quello di non avere buoni propositi, infondo come nel compleanno mitico di Lewis Carroll, "la nostra festa è tutti i giorni dell'anno tranne quello prestabilito dalla retorica". Comunque un mio antico desiderio, probabilmente irrealizzabile, è quello di diventare come uomo e come professionista, sempre più essenziale.
12. Direttore Brachino, la ringraziamo infinitamente per essersi reso disponibile a questa intervista, ed averci concesso parte del suo prezioso tempo per rispondere alla nostre domande.
Buon lavoro e buon anno.
1. Per il nuovo anno sono stati annunciati cambiamenti per il pomeriggio, come l'introduzione del pubblico in studio. Si è poi anche detto che la seconda parte della trasmissione sarà tutta incentrata sul reality di punta della primavera della rete, ovvero Grande Fratello, in arrivo lunedì 12. Cos'altro ci può anticipare in merito? Non teme un crollo degli ascolti?
No, non temo affatto un crollo degli ascolti anche se, dopo la confusione iniziale, ora Pomeriggio5 cominciava ad avere una sua fisionomia editoriale. Una prima parte composta da due segmenti , un magazine da sfogliare e un caso che potesse anche affrontare forti elementi di attualità. Poi una seconda parte piu' legata ai temi dello spettacolo puro, secondo il criterio dell' one-man-show. In questo caso il "man" è in realtà una donna e avremmo potuto chiamare la seconda parte di Pomeriggio5 : Barbara D'Urso show.
E' ovvio che ogni cambiamento è un rischio per il pubblico, ma è anche giusto sottolineare che quello spazio la sera è storicamente del Grande Fratello. Già al mattino abbiamo dimostrato che si puo' dare spazio a un reality, trasformandolo in un momento creativo del programma e non in una striscia mandata in onda passivamente.
2. Mattino Cinque procede, invece, a gonfie vele e senza problemi, tant'è vero che, diversamente da quella del pomeriggio, la sua formula resterà completamente invariata per questa seconda parte della stagione. Da cosa pensa sia dettato il suo crescente successo?
Non so quanto fortunatamente, e non so quanto grazie a un mix di professionalità che vengono dal Tg e dal mondo dello spettacolo, Mattino5 in meno di un anno è diventato un format. Ovvero, al di là dei contenuti , che pure ci sono, e sono giornalisticamente rilevanti, quello che piace alla gente è un'idea narrativa di fondo: un mix tra approfondimento delle notizie che appassionano gli italiani e divertimento con un uso delle immagini assolutamente innovativo nel genere delle morning news. Speriamo che questa volta duri almeno dieci anni al di là dei conduttori.
3. Oltre che portare avanti queste due produzioni, e le altre che Videonews produce, quali Verissimo, Tempi moderni, Top secret, ecc. ce ne sono in programma delle nuove?
In questo momento la mia struttura, composta da 50 giornalisti, è al massimo dello sforzo produttivo. Ricordo che solo Mattino e Pomeriggio5 rappresentano 4 ore in diretta ogni giorno su una rete importante come Canale5, con grandi responsabilità etiche ed estetiche. Io e la mia squadra ci vantiamo di fare programmi dignitosi con mezzi minimi. Questa è una formula che si può esportare in tempi di crisi, anche televisivi. Quindi progetti precisi al momento non ce ne sono, ma penso che questo modello di tv darà presto altri frutti. Sicuramente a una struttura che si è espansa in modo vertiginoso, bisognerà ora far recuperare il tempo della riflessione e dell'inchiesta.
4. La sua carriera in Mediaset, o meglio in Fininvest, inizia a fine anni Ottanta. Che ricordi ha di quegli anni, di quelli trascorsi al Tg4, dunque a Studio Aperto?
"Studio Aperto" sulla guerra del Golfo è la mamma di tutta l'avventura giornalistica di quest'azienda. Anche il grande Mentana è venuto dopo. Lì si sono formate le storie, gli uomini, le carriere. Il ricordo è quello di una stagione straordinaria che non si potrà ripetere mai piu'.
5. Dell'esperienza a Videonews, invece, cosa ci dice?
Io sono stato assunto nel 1988 appunto da Videonews, che allora era l'unica testata giornalistica dell'azienda , poi sono nati i telegiornali. Il destino ha voluto che di questa testata, vent'anni dopo, io ne sia diventato direttore. Dentro questo cerchio c'è stata la lunga e per me determinante avventura nel tg piu' difficile di Mediaset, quello dedicato al pubblico piu' sfuggente, i giovani, stiamo parlando di Studio Aperto. A Studio Aperto, sia con Liguori che con Giordano, abbiamo inventato, per esempio, orari che oggi sembrano realtà acquisite, e una serie di grandi settimanali. Proprio quest'ultima esperienza mi ha permesso di fare di Videonews quella che ho definito una fattoria corsara, cioè una struttura agile che fa programmi contaminandosi con le reti, con gli autori, con le star, senza mai perdere la sua identità deontologica. Un'avventura decisamente entusiasmante.
6. Ci illustri una sua giornata tipo.
Mi alzo alle 5,30 e torno a casa alle 20. Dopo Mattino5 faccio le riunioni e sbrigo le pratiche della vita di un direttore. Dopo Pomeriggio5 vado a prendere mio figlio all'asilo aziendale come linea difensiva contro l'eccesso di lavoro. Anche se due ore di telefonate con i miei collaboratori una volta arrivato a casa non me le leva nessuno. Un breve spazio per i miei e poi all'alba si ricomincia.
7. In tv, per quel poco tempo libero che ha, quali programmi riesce a seguire solitamente?
I tg, i programmi di approfondimento (anche quelli che non condivido politicamente), a frammenti film e programmi comici.
8. Che opinione ha della televisione italiana?
Tutto sommato buona, nel senso che in Europa siamo messi abbastanza bene. Se da un lato vorrei dunque respingere la nostra consueta tendenza provincial-masochistica, dall'altro devo dire che mancano coraggio e volontà di sperimentazione.
9. Quando smette i panni di direttore chi è Claudio Brachino?
Una persona assolutamente simile a quello che era prima di fare tv. Una persona semplice che sta con la sua famiglia, che ama leggere, che ama la vita e che se ne frega dei riti dei vip.
10. Qual è il suo più grande sogno o desiderio in campo lavorativo?
Sicuramente dirigere un Tg e poi realizzare un talk politico di prima serata. Poi penso che potrei andare anche in pensione, anche se a 50 anni sarebbe un delitto smettere di desiderare e di lavorare.
11. I suoi buoni propositi per il 2009?
Il proposito piu' buono è quello di non avere buoni propositi, infondo come nel compleanno mitico di Lewis Carroll, "la nostra festa è tutti i giorni dell'anno tranne quello prestabilito dalla retorica". Comunque un mio antico desiderio, probabilmente irrealizzabile, è quello di diventare come uomo e come professionista, sempre più essenziale.
12. Direttore Brachino, la ringraziamo infinitamente per essersi reso disponibile a questa intervista, ed averci concesso parte del suo prezioso tempo per rispondere alla nostre domande.
Buon lavoro e buon anno.